Ollie Evans di Too Hot sul potere della nostalgia
Un padre mod è il segreto a cui Ollie Evans, fondatore di Too Hot, deve una sensibilità unica per quello che i vestiti raccontano: di sé e di chi li indossa. Alla scorsa Paris Fashion Week, Ollie ha curato per Napapjiri una mostra in occasione del lancio della collezione Fall/Winter 2024. Attraverso una selezione di capi storici di Napa, immagina un viaggio tra futuro, passato, outdoor e subculture metropolitane. “Future Heritage”: un’esperienza immersiva ed emotiva che punta dritto al cuore del brand, proiettandolo nel contemporaneo. Lo abbiamo incontrato al vernissage, ci ha parlato della sua avventura con Napa e di com’è andata la collaborazione.
Come nasce Too Hot, l’agenzia creativa dedicata alla riscoperta degli archivi dei brand?
Nel 2012, ero in un momento di pausa tra due lavori, due regie di video musicali. Ero alla ricerca di entrate extra così ho provato a vendere qualcuno dei miei vecchi vestiti in rete. Subito mi sono reso conto di essere entrato in contatto con una comunità di persone che apprezzavano gli stessi marchi e le sottoculture che amavo io. A quel punto ho iniziato a comprare vestiti solo per rivenderli, da lì tutto è cresciuto a dismisura ed è nato Too Hot.
Qual è, secondo te, il valore dell’archivio per un brand?
Gli archivi sono estremamente importanti per disegnare il futuro tenendo presente le proprie radici. La moda è ciclica e la nostalgia è un’arma estremamente potente. Se sei abbastanza fortunato da poter vantare una serie di collezioni di lunga data, sarebbe un’occasione mancata non celebrarle attraverso un archivio.
Per te che cosa rappresenta Napapijri?
Marchi come Napapijri trasmettono il senso di scoperta e la capacità di reinventare il loro ruolo in nuovi contesti. Amo il modo in cui le sottoculture scoprono i marchi e se ne riappropriano, dando loro un ulteriore significato e facendo in modo che vengano indossati da comunità diverse in situazioni inedite. I capi della spedizione polare di Napapijri riutilizzati per la vita metropolitana ne sono un esempio.
Hai voluto sei pezzi storici di Napa, perché proprio quelli?
I capi che ho scelto per la mia selezione sono coerenti con la ricerca che faccio quando cerco vintage per Too Hot. Contengono gli elementi fondamentali di ciò che ritengo faccia funzionare Napapirji. Colori audaci, tessuti tecnici e un codice stilistico unico, riconoscibile all’istante.
Che tipo di lavoro hai voluto fare con Napa?
Volevo esplorare la storia e il dna di Napapirji attraverso il suo archivio, per enfatizzare la coerenza del linguaggio che ne ha creato l’identità. Un unicum nel suo genere. Anche se negli anni il marchio si è evoluto ed è diventato più popolare, attraverso questi pezzi vintage puoi rintracciare le radici che lo rendono riconoscibile, oggi come allora.
Il tuo styling dei pezzi Napa sembra avere un tocco estremamente contemporaneo. Lo cercavi? È qualcosa che è andato oltre le tue intenzioni?
Mi piace sempre dare uno stile contemporaneo agli articoli vintage, per mostrare come si adattano al guardaroba moderno: le persone possono indossare abiti vecchi pur avendo uno stile molto attuale.
Non volevo creare un look che sembrasse provenire direttamente dagli anni ’90. È bello dare alle cose un tocco contemporaneo.
Se dovessi scegliere un capo Napa per te, quale sarebbe e come lo useresti?
La Skidoo. Quando penso a Napapirji è quella giacca che mi salta in mente. Iconica è un aggettivo abusato ma non c’è altro modo per descriverla. È stata la prima giacca Napapirji, è stata progettata per uno scopo particolare e ha resistito alla prova del tempo. È l’apice.